Per quanto appaia pacifica la natura dei titoli baronali scozzesi, assolutamente integranti quel particolare status giuridico chiamato "nobiltà", ho voluto sintetizzare in questa pagina la risposta alle principali obiezioni che mi sono state rivolte sul punto in varie sedi, Procederò in maniera facile, con domande e risposte. Qualora abbiate altri dubbi, non esitate a chiedere usando la pagina Facebook del sito o la casella di posta elettronica. Al solito, sarò sintetico e dove possibile citerò da altre pagine web.
D: Ma la nobiltà britannica non è solo quella che siede alla camera dei Lords?
R: Assolutamente no. Proprio perché il Regno Unito sono secoli che non perde una guerra (quantomeno a casa propria, escludendo dunque la perdita delle colonie), ed è dai tempi dei normanni che non ha più subito invasioni straniere, tutto ciò ha determinato il permanere di situazioni giuridiche che appaiono a noi continentali come veri e propri "fossili" di età feudale. Così, in UK è ancora presente quella fitta stratificazione nobiliare che noi nel continente non abbiamo più. In questa gradazione, i titoli senz'altro più importanti e prestigiosi sono le cosiddette "parie" (peers) sedenti alla camera dei Lords sebbene in misura ridotta e non più automatica stante la riforma del governo Blair che ha rivisto l'accesso alla Camera Alta del Regno. Di lì a scendere, dicevamo, c'è una cascata di posizioni giuridiche che, con il loro maggiore o minore prestigio, rientrano nel concetto di nobiltà, in genere divisa in "Nobility" comprendente i titolati pari o non pari del Regno e "gentry", ossia capi clan scozzesi, baronetti, cavalieri ereditari e semplici famiglie stemmate . La nobiltà più numerosa e quantitativamente più importante, anche per il fatto di aver ricoperto nei secoli passati ruoli determinanti nel funzionariato statale e nella carriera militare, è stata anzi proprio la nobiltà non titolata, ossia quelle famiglie benestanti che procedettero nei secoli a registrare il proprio stemma presso il Re d'Armi, e dunque certificarono la propria posizione sociale elevata avendo accesso, da quel momento in poi, al primo gradino della nobiltà. In questa scala di varie nobiltà possibili i baronaggi scozzesi si pongono ultimi del gruppo più elevato, ossia della "nobility non peers", essendo una nobiltà titolata (il titolo baronale poggia su un terreno e da esso prende il nome) e stemmata (il barone scozzese può chiedere la registrazione del suo stemma al Re d'Armi di Scozia) ma non una "paria" sedente presso la camera dei Lords. Per una descrizione di tutto ciò meno sintetica, si veda la pagina di Wikipedia: https://en.wikipedia.org/wiki/British_nobility
D: Ma come mai lo stemma che il Re d'Armi di Scozia concede ai baroni scozzesi non ha corona?
R: Si tratta di un uso contemporaneo, per non dire recentissimo, dovuto credo al desiderio (in parte comprensibile...) di limitare il più possibile l'appetibilità della compravendita di questi titoli che, lo si voglia o no, stanno uscendo dal patrimonio delle famiglie scozzesi per finire spesso in mano ad americani, canadesi, russi e perfino cinesi. Si veda a tal proposito la sonorità di certi cognomi nella lista delle baronie scozzesi pubblicata da Wikipedia, che non sarà aggiornatissima e completa ma un'idea la dà: https://en.wikipedia.org/wiki/Barons_in_Scotland . Come si può leggere in questa utilissima pagina, prima del 2004 (anno dello Scottish Feudal Abolition Act) il Re d'Armi usava concedere ai baroni scozzesi un particolare copricapo che non era una corona ma un cappello rosso a punta foderato d'ermellino, tipo la feluca della goliardia per intenderci, che faceva le veci di una corona e stava ad indicare la dignità feudale di chi riceveva il titolo di barone. Dopo il 2004 con il venir meno anche formale di ogni giurisdizione feudale hanno introdotto una micragnosa distinzione, consistente in una griglia dorata nell'elmo per i baroni richiedenti lo stemma, ma ciò non intacca di nulla la natura nobiliare della qualifica, come peraltro ribadito dalle numerose citazioni di autorità che sempre la predetta pagina di Wikipedia trascrive e che quindi non vi trascrivo qui a mia volta.
Recentemente, invero, anche questa distinzione pare non sia più adoperata, e il richiedente stemma viene qualificato nel diploma di concessione non come "barone di XXX" ma come "titolare della baronia di xxx": https://www.scottishlegal.com/article/judge-rejects-legal-challenge-against-lord-lyon-s-decision-to-change-wording-of-barony-titles
D: Ma come mai non ci sono baroni scozzesi italiani nei vari annuari e libri d'oro pubblicati da vari editori italiani?
R: Giustamente non ci sono! Infatti che acquista un titolo baronale scozzese diventa sì nobile, ma nobile di Scozia, ovverosia acquisisce lo status nobiliare nell'ambito dell'ordinamento scozzese o tutt'al più britannico, ed è dunque conforme a ragione che albi e raccolte di nobili italiani non comprendano titolati esteri. Naturalmente, i baroni scozzesi sono presenti negli almanacchi nobiliari britannici. Si veda, ad esempio, la 107° edizione del celebre "Burke's Peerage, Baronetage e Knightage" edita nel 2003, che costituisce il più aggiornato e completo repertorio delle famiglie titolate delle isole britanniche: http://www.burkespeerage.com/books.php
D: Le baronie scozzesi sono oramai diritti di natura eminentemente privata, e dunque chi le acquista non diventa nobile.
R: L'obiezione, assolutamente non banale, è stata formulata da un signore colto che ha evidentemente studiato la faccenda. Espresso in maniera opportunamente estesa, il suo pensiero si sofferma sul fatto che a partire dal '500 i poteri delle baronie feudali furono progressivamente diminuiti a favore dei "baroni di parlamento", ossia dei nobili che in forza di una diretta investitura del monarca erano abilitati quali peers a sedere, appunto, nelle assemblee parlamentari. Da quel momento in poi, le baronie feudali sarebbero rimaste appannaggio di alcune famiglie come proprietà eminentemente private a cui erano legati particolari diritti, e dunque la relativa acquisizione non avrebbe da allora più portato nobiltà (fatto salvo, naturalmente, il caso nel quale l'acquirente fosse già stato nobile per nascita). Ora, questa tesi registra un dato storico vero, ossia il progressivo accentramento nelle mani dei monarchi del potere di "creare" ceto dirigente mediante nobilitazioni. Tale fenomeno, particolarmente vistoso in talune monarche molto accentratrici (la Francia, per esempio) ebbe varie sfumature e si manifestò dal '500 in poi in vari modi. Ad esempio, non era infrequente il caso (e l'autore dell'obiezione lo cita giustamente) che talune legislazioni nobiliari come la siciliana prevedessero l'alienabilità dei feudi solo fra nobili, o che quantomeno ciò avvenisse con regio assenso e dunque con un controllo del monarca volto a riaffermare il suo essere fons honorum. E tuttavia, l'obiezione resta del tutto infondata, e ciò non solo a parere di chi scrive ma anche a parere delle autorità competenti, stante il fatto (e invito chiunque a correggermi) che una tale denobilitazione dei titoli feudali scozzesi non è mai stata affermata da nessuna parte. Anzi, mi pare proprio che sia stato affermato l'esatto contrario, e nelle sedi più competenti. Senza dover citare nuovamente il già trascritto parere del 1949 sull'appartenenza delle baronie scozzesi feudali (Minores) alla nobiltà, anche recentissimamente il Lord Lyon nella decisione Menking del 2014 (vedi qui: http://www.lyon-court.com/lordlyon/files/Menking%20Decision.pdf ) non da traccia di questa opinione, avallando anzi una continuità che è affermata anche nello Scottish Feudal Act del 2000 laddove si cancellano i vecchi diritti feudali feudali ma non si intaccano in nessun modo le prerogative provenienti dallo status baronale. Insomma, non ci pare di ravvisare nessun documento dal quale si possa evincere la denobilitazione delle dignità feudali scozzesi, e questo neppure nello Scottish Feudal Act del 2000 che, discutendo della generale riforma della proprietà fondiaria scozzese, avrebbe potuto ben farlo! Ad ulteriore detrimento della tesi del colto obiettore, militano inoltre altri argomenti di pura logica. Infatti a partire da quale data esatta si potrebbe parlare di non acquisizione della nobiltà per i baroni feudali? Io non saprei individuarne una, e questo già di per sé invaliderebbe l'obiezione visto che la caducazione dei diritti, salvo il caso si tratti di consuetudini cadute in desuetudine, necessita di una data certa.... E inoltre, ammesso e non concesso che le baronie feudali scozzesi siano beni privati come altri, come mai il Lord Lyon concede ai possessori di quelle e non a titolari di proprietà manoriali, o di immobili in Scozia, il diritto di chiedere uno stemma? E inoltre, ragioniamo, se l'ottenimento di un semplice stemma da parte di un semplice cittadino comporta l'ascrizione del beneficiario e dei suoi discendenti nel primo e più basso gradino della nobiltà britannica, ma volete davvero che il titolo baronale non sia un "quid pluris"? E tanto lo è, rispondiamo noi, che anche se non si è cittadino o residente in Scozia, si ricade comunque nella giurisdizione del Lord Lyon e si può esercitare nei confronti di questo il diritto a ricevere uno stemma!!! Spero di essere stato comprensibile su tutti questi punti, un poco tecnici.
D: Ma la nobiltà britannica non è solo quella che siede alla camera dei Lords?
R: Assolutamente no. Proprio perché il Regno Unito sono secoli che non perde una guerra (quantomeno a casa propria, escludendo dunque la perdita delle colonie), ed è dai tempi dei normanni che non ha più subito invasioni straniere, tutto ciò ha determinato il permanere di situazioni giuridiche che appaiono a noi continentali come veri e propri "fossili" di età feudale. Così, in UK è ancora presente quella fitta stratificazione nobiliare che noi nel continente non abbiamo più. In questa gradazione, i titoli senz'altro più importanti e prestigiosi sono le cosiddette "parie" (peers) sedenti alla camera dei Lords sebbene in misura ridotta e non più automatica stante la riforma del governo Blair che ha rivisto l'accesso alla Camera Alta del Regno. Di lì a scendere, dicevamo, c'è una cascata di posizioni giuridiche che, con il loro maggiore o minore prestigio, rientrano nel concetto di nobiltà, in genere divisa in "Nobility" comprendente i titolati pari o non pari del Regno e "gentry", ossia capi clan scozzesi, baronetti, cavalieri ereditari e semplici famiglie stemmate . La nobiltà più numerosa e quantitativamente più importante, anche per il fatto di aver ricoperto nei secoli passati ruoli determinanti nel funzionariato statale e nella carriera militare, è stata anzi proprio la nobiltà non titolata, ossia quelle famiglie benestanti che procedettero nei secoli a registrare il proprio stemma presso il Re d'Armi, e dunque certificarono la propria posizione sociale elevata avendo accesso, da quel momento in poi, al primo gradino della nobiltà. In questa scala di varie nobiltà possibili i baronaggi scozzesi si pongono ultimi del gruppo più elevato, ossia della "nobility non peers", essendo una nobiltà titolata (il titolo baronale poggia su un terreno e da esso prende il nome) e stemmata (il barone scozzese può chiedere la registrazione del suo stemma al Re d'Armi di Scozia) ma non una "paria" sedente presso la camera dei Lords. Per una descrizione di tutto ciò meno sintetica, si veda la pagina di Wikipedia: https://en.wikipedia.org/wiki/British_nobility
D: Ma come mai lo stemma che il Re d'Armi di Scozia concede ai baroni scozzesi non ha corona?
R: Si tratta di un uso contemporaneo, per non dire recentissimo, dovuto credo al desiderio (in parte comprensibile...) di limitare il più possibile l'appetibilità della compravendita di questi titoli che, lo si voglia o no, stanno uscendo dal patrimonio delle famiglie scozzesi per finire spesso in mano ad americani, canadesi, russi e perfino cinesi. Si veda a tal proposito la sonorità di certi cognomi nella lista delle baronie scozzesi pubblicata da Wikipedia, che non sarà aggiornatissima e completa ma un'idea la dà: https://en.wikipedia.org/wiki/Barons_in_Scotland . Come si può leggere in questa utilissima pagina, prima del 2004 (anno dello Scottish Feudal Abolition Act) il Re d'Armi usava concedere ai baroni scozzesi un particolare copricapo che non era una corona ma un cappello rosso a punta foderato d'ermellino, tipo la feluca della goliardia per intenderci, che faceva le veci di una corona e stava ad indicare la dignità feudale di chi riceveva il titolo di barone. Dopo il 2004 con il venir meno anche formale di ogni giurisdizione feudale hanno introdotto una micragnosa distinzione, consistente in una griglia dorata nell'elmo per i baroni richiedenti lo stemma, ma ciò non intacca di nulla la natura nobiliare della qualifica, come peraltro ribadito dalle numerose citazioni di autorità che sempre la predetta pagina di Wikipedia trascrive e che quindi non vi trascrivo qui a mia volta.
Recentemente, invero, anche questa distinzione pare non sia più adoperata, e il richiedente stemma viene qualificato nel diploma di concessione non come "barone di XXX" ma come "titolare della baronia di xxx": https://www.scottishlegal.com/article/judge-rejects-legal-challenge-against-lord-lyon-s-decision-to-change-wording-of-barony-titles
D: Ma come mai non ci sono baroni scozzesi italiani nei vari annuari e libri d'oro pubblicati da vari editori italiani?
R: Giustamente non ci sono! Infatti che acquista un titolo baronale scozzese diventa sì nobile, ma nobile di Scozia, ovverosia acquisisce lo status nobiliare nell'ambito dell'ordinamento scozzese o tutt'al più britannico, ed è dunque conforme a ragione che albi e raccolte di nobili italiani non comprendano titolati esteri. Naturalmente, i baroni scozzesi sono presenti negli almanacchi nobiliari britannici. Si veda, ad esempio, la 107° edizione del celebre "Burke's Peerage, Baronetage e Knightage" edita nel 2003, che costituisce il più aggiornato e completo repertorio delle famiglie titolate delle isole britanniche: http://www.burkespeerage.com/books.php
D: Le baronie scozzesi sono oramai diritti di natura eminentemente privata, e dunque chi le acquista non diventa nobile.
R: L'obiezione, assolutamente non banale, è stata formulata da un signore colto che ha evidentemente studiato la faccenda. Espresso in maniera opportunamente estesa, il suo pensiero si sofferma sul fatto che a partire dal '500 i poteri delle baronie feudali furono progressivamente diminuiti a favore dei "baroni di parlamento", ossia dei nobili che in forza di una diretta investitura del monarca erano abilitati quali peers a sedere, appunto, nelle assemblee parlamentari. Da quel momento in poi, le baronie feudali sarebbero rimaste appannaggio di alcune famiglie come proprietà eminentemente private a cui erano legati particolari diritti, e dunque la relativa acquisizione non avrebbe da allora più portato nobiltà (fatto salvo, naturalmente, il caso nel quale l'acquirente fosse già stato nobile per nascita). Ora, questa tesi registra un dato storico vero, ossia il progressivo accentramento nelle mani dei monarchi del potere di "creare" ceto dirigente mediante nobilitazioni. Tale fenomeno, particolarmente vistoso in talune monarche molto accentratrici (la Francia, per esempio) ebbe varie sfumature e si manifestò dal '500 in poi in vari modi. Ad esempio, non era infrequente il caso (e l'autore dell'obiezione lo cita giustamente) che talune legislazioni nobiliari come la siciliana prevedessero l'alienabilità dei feudi solo fra nobili, o che quantomeno ciò avvenisse con regio assenso e dunque con un controllo del monarca volto a riaffermare il suo essere fons honorum. E tuttavia, l'obiezione resta del tutto infondata, e ciò non solo a parere di chi scrive ma anche a parere delle autorità competenti, stante il fatto (e invito chiunque a correggermi) che una tale denobilitazione dei titoli feudali scozzesi non è mai stata affermata da nessuna parte. Anzi, mi pare proprio che sia stato affermato l'esatto contrario, e nelle sedi più competenti. Senza dover citare nuovamente il già trascritto parere del 1949 sull'appartenenza delle baronie scozzesi feudali (Minores) alla nobiltà, anche recentissimamente il Lord Lyon nella decisione Menking del 2014 (vedi qui: http://www.lyon-court.com/lordlyon/files/Menking%20Decision.pdf ) non da traccia di questa opinione, avallando anzi una continuità che è affermata anche nello Scottish Feudal Act del 2000 laddove si cancellano i vecchi diritti feudali feudali ma non si intaccano in nessun modo le prerogative provenienti dallo status baronale. Insomma, non ci pare di ravvisare nessun documento dal quale si possa evincere la denobilitazione delle dignità feudali scozzesi, e questo neppure nello Scottish Feudal Act del 2000 che, discutendo della generale riforma della proprietà fondiaria scozzese, avrebbe potuto ben farlo! Ad ulteriore detrimento della tesi del colto obiettore, militano inoltre altri argomenti di pura logica. Infatti a partire da quale data esatta si potrebbe parlare di non acquisizione della nobiltà per i baroni feudali? Io non saprei individuarne una, e questo già di per sé invaliderebbe l'obiezione visto che la caducazione dei diritti, salvo il caso si tratti di consuetudini cadute in desuetudine, necessita di una data certa.... E inoltre, ammesso e non concesso che le baronie feudali scozzesi siano beni privati come altri, come mai il Lord Lyon concede ai possessori di quelle e non a titolari di proprietà manoriali, o di immobili in Scozia, il diritto di chiedere uno stemma? E inoltre, ragioniamo, se l'ottenimento di un semplice stemma da parte di un semplice cittadino comporta l'ascrizione del beneficiario e dei suoi discendenti nel primo e più basso gradino della nobiltà britannica, ma volete davvero che il titolo baronale non sia un "quid pluris"? E tanto lo è, rispondiamo noi, che anche se non si è cittadino o residente in Scozia, si ricade comunque nella giurisdizione del Lord Lyon e si può esercitare nei confronti di questo il diritto a ricevere uno stemma!!! Spero di essere stato comprensibile su tutti questi punti, un poco tecnici.